PEC: as-ge@pec.cultura.gov.it   e-mail: as-ge@cultura.gov.it   tel: +39 010537561 (centralino) - 

Archivio di Stato di Genova

1945

Le fotografie pubblicate sul numero 9 – settembre 1943 della Rivista del Comune di Genova ci restituiscono l’immagine di come la città appariva, a causa dei bombardamenti, al momento della stipulazione dell’Armistizio con gli Alleati.

Gli ultimi due anni di guerra e il governo della Repubblica Sociale Italiana portano a Genova nuove distruzioni, non solo materiali. La città che, il 25 aprile 1945, si libera dei nazifascisti prima dell’arrivo degli Alleati dovrà affrontare gli anni altrettanto difficili della ricostruzione. Il primo problema al quale fare fronte è quello dei profughi che si sono insediati a Genova all’epoca della Repubblica Sociale Italiana e di quelli che affluiscono continuamente in città, dai rimpatriati dalla Germania (lavoratori coatti, Internati Militari Italiani, sopravvissuti dei campi di concentramento) a quanti, provenienti dall’Istria, dalla Dalmazia e dall’Africa Orientale Italiana, non possono più ritornare nei luoghi di provenienza. A occuparsi del problema, dopo la soppressione dell’E.N.A.P. (Ente Nazionale Assistenza Profughi), sono ora gli Uffici provinciali e comunali dell’Ente Assistenza Profughi di Guerra. Il primo rapporto inviato al Prefetto di Genova sulla situazione dei profughi presenta al 4 settembre 1945 un numero indicativo di 13.117 persone tutelate dall’assistenza, ma un quadro talmente complesso da richiedere, per ottenere dati più attendibili su tutti gli aspetti del problema, «un accurato censimento (…) presso gli Enti, le Società e le Ditte».

 Clicca per il documento in PDF

ASGe, Prefettura italiana, versamento 2007, n. 30 fasc. 1

 

Ufficio Provinciale Assistenza Profughi di Guerra - Genova

n. 2471/Segr. di prot. Risposta al foglio n. 1657 del 24/8/1945

Genova,  4 settembre 1945

Al Prefetto della Provincia di Genova

Oggetto: Rientro dei profughi

In riferimento alle richieste contenute nel foglio sopraindicato, faccio presente quanto segue:

  1. Azione svolta per il rientro dei profughi alle loro sedi.

L’Ufficio, pochi giorni dopo l’inizio del suo funzionamento (23 maggio u. sc) provvedeva, di sua iniziativa, a notificare ai profughi occasionalmente residenti nel Comune di Genova, in origine 19.127, che con la data del 30 giugno l’assistenza sarebbe stata continuata solamente in casi eccezionali, debitamente documentati, e che i profughi già assistiti dal soppresso E.N.A.P. erano perciò invitati a rientrare ai comuni di origine. Per ovvie ragioni, e particolarmente per il congestionamento che in quell’epoca si verificava al Centro di Raccolta – Scuole Mazzini – il primo avvertimento non poteva che essere generico e l’azione di questo Ufficio doveva svolgersi in maniera alquanto temperata. Lo sfollamento veniva agevolato mediante la concessione di sussidi di partenza che venivano ad aggiungersi al trattamento di viaggio (vitto, alloggio, trasporto).

Non appena il Centro di Raccolta vide diminuire l’afflusso degli assistiti, L’Ufficio provvide ad avvertire formalmente i profughi che l’assistenza sarebbe stata soppressa, con la data del 31 luglio, salvo che in tre casi (ammalati ricoverati in ospedale o comunque riconosciuti intrasportabili; donne in istato di avanzata gravidanza, persone impossibilitate, per particolari disposizioni delle competenti Autorità, a raggiungere il Comune nel quale figurano residenti abitualmente). /

Il terzo caso comprende i profughi dall’estero, che per ora non ottengono il passaporto, quelli dall’Istria e dalla Dalmazia, quelli che dovrebbero recarsi in Provincia di La Spezia (disposizioni di codesta Prefettura) ecc. La proroga all’assistenza viene accordata di mese in mese dietro presentazione di domanda corredata di documentazione.

L’Ufficio, che non ha il potere di sfollare coattivamente i profughi, doveva,  per forza di cose, limitarsi alla adozione di tale provvedimento.

  1. Profughi assistiti. In origine i profughi erano, come detto, 19.127, regolarmente schedati. Nell’ultima scadenza delle assistenze, furono presentate domande di ammissione alla proroga in numero di 216 (nuclei familiari); solamente 73 furono accolte. Dagli atti risultano partiti 6010 individui. Figurano quindi ancora presenti allo schedario 13.117 profughi.

Il profondo divario esistente fra la rilevante cifra del residuo risultante dallo schedario e l’esiguo numero di nuclei familiari tuttora assistiti è dovuto alle seguenti cause:

  1. È presumibile che un certo numero di profughi siano partiti per proprio conto, con mezzi di fortuna, senza dare alcuna segnalazione all’Ufficio;
  2. Non pochi profughi potrebbero aver trovato adeguata sistemazione nel Comune, senza avere necessità di rivolgersi all’Ufficio;
  3. Una notevole aliquota di profughi non ha dato più notizia di sé dopo aver ottenuto il libretto dal soppresso E.N.A.P.

Inoltre sono attualmente presenti in Genova individui o nuclei famigliari che, pur essendo profughi, non hanno mai chiesto assistenza all’E.N.A.P. e non furono quindi censiti dall’ente stesso. /

Infine occorre mettere in rilievo che si presentano a questo Ufficio, in numero crescente, profughi che chiedono di essere iscritti ed assistiti perché:

a) non possono tornare ai loro paesi di provenienza per particolari situazioni contingenti (Dalmazia, Istria ecc.).

b) allontanati di imperio da altre città, si fermano temporaneamente a Genova in attesa di ottenere l’avviamento nelle località di cui alla precedente lettera a).

I dati e le dichiarazioni che precedono indicano chiaramente che, nell’attuale momento di crisi degli alloggi, di difficile svolgimento dell’economia alimentare e di crescente disoccupazione, sarebbe da considerarsi assai opportuno l’intervento di disposizioni delle Superiori Autorità onde porre rimedio agli inconvenienti causati dalla permanenza nella città di una massa di persone che, dopo aver trovato assistenza e sistemazione quando erano impossibilitate a rientrare nelle loro sedi, non intendono ora lasciare il Comune.

A comprova di quanto sopra, ritengo doveroso segnalare che numerosi profughi, già regolarmente avviati per il rientro ai paesi di provenienza, ritornano repentinamente e si fermano a Genova ovvero, non potendo ottenere un secondo foglio di viaggio da questo Ufficio, ripartono con mezzi vari, evidentemente a scopo di traffico più o meno lecito. Altri partono col deliberato proposito di ritornare accompagnati da parenti. Non poche persone, che mai risedettero a Genova nemmeno occasionalmente, giungono ora per trovare lavoro e, nell’attesa, chiedono una assistenza che, naturalmente, non viene concessa.

Rilievi analoghi sono già stati segnalati da altri Enti cittadini, quali l’Auxilium e la Pontificia Commissione che, ripetu-/tamente, hanno chiesto consiglio sul modo di comportarsi di fronte alle crescenti richieste di intervento avanzate da elementi che non hanno titolo all’assistenza, spesso espresse in maniera energica ed inurbana.

Comunque, qualora codesto Superiore Ufficio ritenga di intervenire per ottenere lo sfollamento dei profughi, è presumibile che ampie rilevazioni potrebbero ottenersi mediante accertamenti presso lo schedario anagrafico del Comune, dove gli interessati ottennero l’iscrizione quali “residenti occasionali”, e presso il servizio distribuzione delle carte annonarie. Inoltre potrebbe essere studiata l’opportunità di emanare norme restrittive circa il rilascio di nuove carte annonarie, la accettazione di nuove domande per l’ammissione alla residenza occasionale e, più ancora, alla residenza stabile.

  1. Abitazioni assegnate coattivamente. Risultano alloggiati in abitazioni a suo tempo requisite a favore del soppresso E.N.A.P., ed ora a disposizione dell’Ufficio, 42 nuclei familiari comprendenti complessivamente 125 profughi ripartiti in 9 abitazioni. In una palazzina di Via Peschiera n° 6 vengono alloggiati in media giornalmente circa 45 profughi di passaggio. Tra l’altro, occorre segnalare che gli assistiti hanno causato danni tutt’altro che lievi agli immobili ed agli arredi ed hanno causato rilevanti spese per il consumo in ispecie di energia elettrica.

Come è evidente, le persone alloggiate in abitazioni delle quali l’Ufficio è temporaneamente locatario, rappresentano una minima parte dei profughi tuttora residenti in Genova. Mi risulta infatti che l’E.N.A.P., attraverso segnalazioni al Commissariato Alloggi, richiedeva la assegnazione di abitazioni ai suoi assistiti, i quali diventavano locatari in proprio e pagavano, in genere, i relativi affitti; mentre, in qualche caso, l’Ente corrispondeva / un sussidio in misura variabile a titolo di “concorso fitto”.

L’Ufficio, pertanto, non è in grado di fornire dati statistici al riguardo, nemmeno in via di larga approssimazione, dato che l’ E.N.A.P. non teneva nota dell’esito delle segnalazioni, esito spesso positivo data la situazione esistente durante la guerra in materia di alloggi.

E’ presumibile che notizie precise ed esaurienti indicazioni possano essere ottenute presso la Commissione Comunale Alloggi che sarà certo in possesso dei dati relativi alle requisizioni ordinate.

6°) Profughi ancora al lavoro. Appena assunta la direzione di questo Ufficio, ho disposto la soppressione dell’”Ufficio avviamento al lavoro”, per la duplice considerazione che ormai i profughi dovevano essere sfollati e che già stava subendo rilevante incremento la disoccupazione.

L’E.N.A.P. inviava i profughi al lavoro mediante rilascio di apposito documento sul quale erano richiamate le disposizioni emanate in materia di precedenza nelle assunzioni in servizio da parte di Enti pubblici e privati.

Non ho trovato elenchi, dati o documenti che mettano in condizione di rispondere al quesito di codesta Prefettura, tanto più che gli Enti, le Società e le Ditte non davano, a quanto risulta, segnalazione alcuna circa le variazioni e le cessazioni dal servizio.

Ritengo che per ottenere una esatta rilevazione statistica relativa all’argomento di cui trattasi, sia necessario compiere un accurato censimento, a richiesta di codesto Ufficio e del-/la Camera del Lavoro, presso gli Enti, le Società e le Ditte.

Con osservanza,

 

IL DIRIGENTE

(Paolo Galletti)

 

 

L’ordine di rimpatriare nei comuni di origine i profughi che hanno trovato rifugio a Genova si rivela di difficile esecuzione, ma dalla corrispondenza tra la Prefettura e l’Ufficio Provinciale Assistenza Profughi di Guerra appare chiara la volontà di applicare un trattamento di favore nei confronti di quanti provengono dai territori giuliano-dalmati.

ASGe, Prefettura italiana, versamento 2007, n. 77

 

Ufficio Provinciale

Assistenza Profughi di Guerra – Genova

Genova, 18 settembre 1945

Al Sig. Prefetto della Provincia di Genova

Oggetto: Arrivi profughi dalla Dalmazia e dall’Istria

Ho il dovere di informarLa che si presentano giornalmente a questo Ufficio, per essere assistiti in qualità di profughi, persone provenienti principalmente dalla Dalmazia e dall’Istria, le quali dichiarano di trovarsi nella impossibilità di continuare a risiedere, o di rientrare, nei Comuni di origine.

In relazione all’azione che la Prefettura sta svolgendo per ottenere lo sfollamento dei profughi residenti nella Provincia, chiedo istruzioni sulla possibilità o meno di continuare ad ammettere alla assistenza, in via continuativa, tali persone la cui permanenza a Genova, con ogni probabilità, dovrebbe protrarsi a lungo.

Con osservanza.

 

Il Dirigente

(Paolo Galletti)

 

ASGe, Prefettura italiana, versamento 2007, n. 77

 

22/9/45

GAB 5056 - N° 2591/Segr. di prot. del 18/9/45

Arrivi profughi dalla Dalmazia e dall’Istria.

Al Dirigente Ufficio Provinciale Assistenza Profughi di Guerra – Genova

Preso atto di quanto comunicato con la nota soprasegnata, in considerazione dell’attuale momento, si autorizza ad ammettere e continuare l’assistenza, in via continuativa, in attesa di ulteriori superiori istruzioni, a favore dei profughi di Dalmazia e dell’Istria, che stanno giungendo in questa città.

Naturalmente, fermo restando l’assistenza progettata, sarà bene che siano presi opportuni accordi coi Sindaci dei Comuni della Riviera, affinché gli stessi possono essere avviati in qualche centro nel quale risulti maggiore disponibilità di alloggi.

 

Il Prefetto 

 

ASGe, Prefettura italiana, versamento 2007, n. 77

 

22/9/45

Gab 5056

Assistenza profughi provenienti dalla Dalmazia e dall’Istria

Al Reggente della Delegazione del Nord del Ministero dell’assistenza post-bellica – Milano

Al Ministero dell’Assistenza post-bellica – Roma

Comunico, per doverosa notizia, che ho dato disposizioni che venga effettuata l’assistenza normale per i profughi a favore dei provenienti dalla Dalmazia e dall’Istria, che per ragioni di guerra si sono recati in questa città.

Gradirò cortese conferma delle disposizioni emanate.

 

Il Prefetto

 

Prefettura 2007 n. 77

 

Ministero dell’Assistenza Post-bellica

Ufficio Distaccato A.I.

Prot. n. 1130 Risp. al f° n. 5056 Div. Gab. del 22.9.45

Milano, 3 ottobre 1945

Alla Prefettura di Genova

e p.c. Dr. Galletti Paolo

Via Peschiera, 11 – Genova

Oggetto: Assistenza Profughi Dalmazia - Istria

Le disposizioni date circa l’assistenza ai Profughi provenienti dalla Dalmazia e dall’Istria sono corrispondenti a quelle emanate da questo Ministero. Perciò l’assistenza stessa a questi profughi deve essere continuata regolarmente.

 

Il Reggente l’Ufficio Staccato A.I.

(Dr. Amos Chiabov)

 

 

L’assistenza, concessa ai profughi nati e residenti stabili nelle località ora sottoposte alla giurisdizione jugoslava, viene negata a un cittadino di Fiume nativo di Alessandria, che ha presentato domanda al Prefetto di Genova.

 

Prefettura 2007 n. 77

 

N. 6598 Gab.

15.12.45

Oggetto: Barberis Carlo

Ente Profughi Genova

La persona di cui in oggetto, nel farmi presente che è un profugo di Fiume, si è a me rivolto chiedendo il mio intervento per ottenere il libretto con la qualifica di profugo che codesto Ente gli nega perché dovrebbe raggiungere Alessandria suo luogo di nascita. Poiché il predetto ha in questa città i suoi familiari e poiché / manca da Alessandria da ben tredici anni, prego voler riesaminare la sua posizione e concedergli quanto ha richiesto fornendomi un cenno di assicurazione.

 

Il Prefetto

 

Prefettura 2007 n. 77

 

Ufficio Provinciale Assistenza Profughi di Guerra – Genova

n. 3072 – risposta al foglio 6598 Gab. del 16 dicembre 1945

Genova, 18 dicembre 1945

Ill.mo Signor Prefetto della Provincia di Genova

Oggetto: Barberis Carlo

In esito alla nota emarginata mi pregio comunicare che, in base alle vigenti disposizioni, l’assistenza ai Profughi Giuliani viene concessa ai nati e residenti stabili nelle regioni attualmente sottoposte al controllo delle autorità Iugoslave e che pertanto – dati i noti avvenimenti – sono costretti ad abbandonare quelle località e sono impossibilitati per ora a farvi ritorno.

Essendo il Barberis Carlo nato ad Alessandria non è possibile concedergli l’assistenza chiesta a questo Ufficio.

Con osservanza.

 

Il Commissario Straordinario

(Ninetta Ferrari Caprile)

Torna Su             Vai a "1947-1948"    

 



Ultimo aggiornamento: 09/05/2025