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Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria - Archivio di Stato di Genova

Giornata internazionale per le persone con disabilità 2025

1442, ottobre 3, Genova

Il governo genovese concede una convenzione della durata di cinque anni a Bernabò Marchesano, cieco, e dispone la cancellazione del suo nome dai registri dell’avaria, nella quale era iscritto insieme con il defunto fratello Iacopo

ASGe, Archivio Segreto, 716, s.n.

Bernabò Marchesano è cieco e a causa della sua infermità non può guadagnarsi da vivere. Era registrato nell’avaria (l’imposta diretta che gravava sui redditi) insieme con il fratello Iacopo, che pagava quindi tasse superiori alle sue facoltà, ma che poteva lavorare. Ora che Iacopo è morto, Bernabò non può più godere del suo aiuto, per quanto abbia ereditato le sue sostanze: rimane infatti a suo sostentamento solo una casa posta in Banchi, per la quale paga la cabella possessionum. Dei beni dei suoi genitori non resta altro, e già la madre non aveva potuto recuperare per intero la propria dote dai beni del marito. Bernabò chiede che il nominativo del suo defunto fratello e della sua eredità siano cancellati dai libri dell’avaria di prossima compilazione. L’Ufficio di Moneta, al quale viene affidato l’onere di svolgere gli accertamenti necessari, riconosce che la preoccupazione del richiedente non è infondata: Bernabò non potrebbe rappresentare ogni anno ai partitori lo stato delle sue finanze e non potrebbe sopportare un conteggio indebito provocato da errori di valutazione. Volendo agire con clemenza, così da rendere più tollerabile al cieco la sua infermità, si ritiene più opportuno concedere una convenzione a Bernabò e all’eredità del fratello piuttosto che abbandonarli all’arbitrio dei partitori. La convenzione, della durata di cinque anni e con il canone annuo di 8 lire e 10 soldi, viene accordata con la clausola vivendo vel non, che rende obbligatorio il pagamento allo Stato anche in caso di morte del debitore, e con l’interposizione di idonea cautela, che verrà fornita da Bartolomeo Rovello di Ovada, figlio di Prospero. I nomi di Bernabò e del suo defunto fratello verranno cancellati dai registri dell’avaria e non sarà loro imposta nessun’altra forma di contributo. L’ammontare del canone annuo appare meno elevato, in considerazione del fatto che viene di fatto a comprendere anche la cabella possessionum. Dal testo del documento colpisce, oltre all’umanità dimostrata nei confronti del richiedente, il senso di precarietà e arbitrio che, perfino nel giudizio espresso dall’Ufficio di Moneta, sembra contraddistinguere l’operato dei partitores, dai quali dipende il calcolo della contribuzione imposta ai cittadini di Genova.

L’Archivio di Stato di Genova porta avanti da anni un dialogo costante con la sede cittadina dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, raccogliendo suggerimenti e sviluppando nuove forme di collaborazione. Un lavoro che si colloca nel più ampio impegno del Ministero della Cultura per ampliare l’accessibilità degli istituti culturali, sostenuto anche dai fondi del PNRR. Il 26 novembre 2025, l’Addetto alla cultura del Consiglio regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, dott. Stefano Mantero, ha tenuto presso la sede dell’Archivio una conferenza dal titolo “Toccare e ascoltare le carte”, in cui ha presentato strumenti tridimensionali e dispositivi interattivi progettati per rendere sempre più inclusivo l’accesso al patrimonio archivistico.



Ultimo aggiornamento: 03/12/2025