Cesare Kohn, figlio di Adolfo e Lina Koralech, nasce a Raba in Ungheria il 12 settembre 1873. Arrestato a Genova il 20 agosto 1944, viene deportato ad Auschwitz. Non è sopravvissuto.
La scheda a lui dedicata nella digital library del CDEC – Centro di Documentazione Ebraica riporta informazioni in parte diverse rispetto a quelle che si ricavano dalla testimonianza qui riportata.
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 30, fasc. 39, c. 104.
L’anno millenovecentoquarantasei addì dieci del mese di settembre nella Questura di Genova innanzi a noi Funzionario di P.S. D’Aversa Giuseppe è presente Monica Aldemina fu Davide e di Alinovi Maria nata a Torrechiara (Parma) il 22 marzo 1901 residente a Genova in via Ippolito D’Aste n. 3/3 prof. artigiana che dichiara quanto segue:
Sin dal 1939 tale Kohn Cesare abitava al mio domicilio di cui sopra come subinquilino. Tale Kohn apparteneva alla razza ebraica ed era di età molto avanzata. Durante il periodo repubblichino e precisamente la domenica del 20 agosto 1944 elementi della Questura procedevano al fermo del suddetto in quanto ebreo. Il suddetto Ufficio provvedeva immediatamente al rilascio perché le allora disposizioni erano tali che gli ebrei di oltre 70 anni non dovevano subire le stesse persecuzioni degli altri. Rimesso in libertà il suddetto Kohn veniva obbligato a presentarsi l’indomani successivo per alcune formalità. Il medesimo era talmente tranquillo della sua posizione e delle disposizioni in vigore che non si era mai preoccupato per la sua salvezza e quindi continuava a circolare liberamente come se nulla fosse. Era abitudine del Kohn quella di consumare i pasti alla trattoria dei pescatori di Sturla ove si recava ogni giorno sul mezzogiorno e fu appunto in quel locale che il predetto venne fermato da elementi delle brigate nere il medesimo giorno del suo rilascio: il 20 agosto 1944. Le brigate nere che procedettero all’arresto e che io non sono in grado di identificarli in quanto mai visti accompagnarono il Kohn nella sua abitazione ossia in casa mia e ciò verso le ore 20. Entrati in casa le brigate nere attesero pochi istanti ossia permisero al Kohn di cambiarsi la giacca e quindi andarono via subito. Prima di ciò le brigate nere, che erano in numero di due e in divisa, mi intimarono di consegnare loro la licenza di affittacamere e quindi portarono via anche la chiave della stanza del Kohn ben si intende dopo essersi assicurati che questa fosse chiusa e avvertendomi di non aprirla per alcun motivo. Dopo tale fatto mi feci premura di avvertire a mezzo telefono certo Perasso Pietro intimo amico del Kohn mettendolo al corrente dell’accaduto e il Perasso mi assicurò che sarebbe venuto l’indomani mattina, senonché la mattina successiva, anzi rettifico, nel pomeriggio, vennero in casa alcune persone che non ricordo e che come mi dissero appartenevano alle SS. Costoro che erano in possesso della chiave della stanza presa la sera prima dalle brigate nere entrarono nella camera del Kohn e qui effettuarono una minuziosa perquisizione asportando tutti i valori che ivi si trovavano e che consistevano in oggetti preziosi tra cui un orologio da tasca in oro, una catena, polsini, una parure completa, spilli e altri oggetti di famiglia tutti di valore e anche un portasigarette in oro massiccio di un valore abbastanza notevole. Tra le altre cose quelli della SS portarono via anche un pacchetto di azioni del Monte Amiata per un valore rilevante che non saprei precisare. Successivamente gli stessi agenti della SS effettuarono altri sopraluoghi portando via i tre bauli di proprietà del Kohn e pieni di indumenti vari. Il Kohn in seguito mi risultò che venne portato alla IV Sezione di Marassi e quindi a Bolzano da dove non ebbi più alcuna notizia e dato che ancora oggi il predetto non ha fatto ritorno debbo ritenere che egli sia morto nei campi di concentramento. Ciò lo affermo anche perché tale Levi Enrico amico intimo e socio del Kohn ebbe a dirmi dopo la liberazione che il medesimo era deceduto.
A.D.R. Non posso dare alcun ragguaglio circa l’identificazione delle B.N. che procedettero al fermo e che accompagnarono il Kohn in casa mia però a mio avviso credo che esse dovevano appartenere a qualche reparto vicino alla Casa dello Studente.
A.D.R. Il Kohn all’atto del suo arresto aveva l’età di 71 anni e oltre alla sua tarda età non godeva ottima salute.
A.D.R. Fino a quando non vennero promulgate le leggi razziali il Kohn esercitava la professione di agente di cambio insieme al suddetto Levi.
A.D.R. Durante la perquisizione effettuata dalle SS ricordo, che queste rinvennero e quindi asportarono anche diverse sterline in oro per un valore che non saprei indicare.
Letto, confermato e sottoscritto.
Il V. Comm. Agg. di P.S. Aus. Giuseppe D’Aversa
Aldemina Monica