Giuseppe Migliau, Maria Bice Segre
I coniugi Migliau vengono arrestati a Chiavari il 31 gennaio 1944 dietro denuncia di un delatore. Dal carcere di Chiavari vengono tradotti alla Casa dello Studente di Genova, quindi nel campo di concentramento di Fossoli e da qui, il 22 febbraio, ad Auschwitz, da dove non faranno più ritorno.
La nipote Bice, figlia di Gino e di Giuliana Pugliese, sarà la prima Direttrice del Centro di Cultura Ebraica di Roma.
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 7, fasc. 105, cc. 43-44.
Verbale di sommarie informazioni
L’anno millenovecento 45 e questo di diciassette del mese di agosto in Chiavari, avanti a noi avv. Beer assistiti dal cancelliere sottoscritto è comparso Migliau Gino di Giuseppe, di anni 36, nato a Genova, ivi residente in Corso Torino 35, dottore commercialista.
Interrogato risponde: I miei genitori Giuseppe Migliau e Maria Bice Segre, entrambi di razza ebraica, vennero arrestati il 31 gennaio 1944 d’ordine dello Spiotta. Furono associati alle carceri giudiziarie di Chiavari, e successivamente deportati in Polonia. Di essi purtroppo non ho più avuto notizie. Nel fascicolo che trovasi presso il Commissariato di P.S. di Chiavari nel foglio inviato al Comando Stazione CC.RR. di Chiavari vi è una annotazione di pugno dello Spiotta nei termini seguenti: su indicazione di Podestà. Perciò non v’ha dubbio che sia stato il Podestà a denunziare i miei genitori, tanto più che una volta mio padre mi disse di essere andato spesso a consumare i pasti alla trattoria Antonio e di aver visto a un altro tavolo un noto fascista zoppo / a nome Podestà.
A.D.R.: Non conosco il Gerini, di cui V.S. mi parla. Se però il Gerini ebbe a indicare al Podestà al caffè Defilla un ebreo a nome Migliau residente in Genova Corso Torino non poteva trattarsi che di mio padre, perché io risiedevo a Genova durante il soggiorno dei miei a Chiavari e anche nelle visite che facevo ai miei a Chiavari non ho mai frequentato il caffè Defilla. Consegno a S.V. una fotografia dei miei genitori.
Rettifico nel senso che l’annotazione su indicazione di Podestà non posso dire che sia di pugno del Podestà.
Letto, confermato e sottoscritto.
Dott. Gino Migliau.
Aggiungo che probabilmente il Gerini conosceva mio padre per ragioni di ufficio, in quanto mio padre, essendo dell’Ufficio tecnico di Finanza, veniva spesso a Chiavari all’Ufficio del Registro, di cui V.S. mi dice che il Gerini faceva parte. Postilla approvata.
L.C.S.
Dott. Gino Migliau /
Verbale di sommarie informazioni
L’anno millenovecento 45 e questo dì 17 del mese di aprile in Chiavari
Avanti a noi avv. A. Beer assistiti dal cancelliere sottoscritto
è comparso volontariamente Migliau dott. Gino, già in atti qualificato il quale esibisce fotografia dei suoi genitori perché sia consegnata in atti ai fini di giustizia.
Del che il presente verbale
Dott. Gino Migliau
Fotografia dei coniugi Migliau
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 7, fasc. 105, c. 48
Verbale di sommarie informazioni
L’anno millenovecento 45 e questo di diciassette del mese di agosto in Chiavari, Corte di Assise, avanti a noi avv. A. Beer … assistiti dal cancelliere sottoscritto segretario è comparso
Podestà Enrico detenuto per atti causa, già qualificato in atti.
… interrogato risponde:
E’ vero che in giorno che non saprei precisare io mi trovavo col Gerini al Caffè Defilla, quando il Gerini mi indicò un signore piuttosto attempato dicendomi che era un ebreo che egli conosceva e che bisognava farlo arrestare.
Si chiamava Migliau e io ricordo che il Gerini segnò il suo nome su una scatola di fiammiferi di mia proprietà e me la consegnò.
Riconosco il Migliau nella persona di sesso maschile riprodotta nella fotografia che V.S. mi rammostra. A seguito delle indicazioni del Gerini io dovetti fare arrestare il Migliau perché avevamo ordine di arrestare tutti gli ebrei.
Letto, confermato e sottoscritto.
Enrico Podestà
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 7, fasc. 105, c. 48
On. Corte d’Assisi Straordinaria di Chiavari
Il sottoscritto Migliau dott. Rag. Gino di Giuseppe, domiciliato in Genova, Corso Torino n. 35 int. 8 Scala B, si pregia esporre a codesta On. Corte quanto segue:
Il giorno 31 gennaio 1944 alle ore 13.30 a Chiavari, in quella che chiamavasi allora
Piazza Muti, venivano arrestati – per delazione di GERINI AMERIGO e per segnalazione di questi al Vice Segretario Politico del Fascio Repubblicano di Chiavari, Podestà Enrico – i genitori dell’esponente:
- MIGLIAU Geom. Cav. Uff. Giuseppe fu Abramo, pensionato dello Stato, nato a Vercelli il 13 giugno 1871;
- SEGRE Maria Bice fu Salvatore, casalinga, nata a Saluzzo il 1° settembre 1883;
entrambi residenti a Genova, Corso Torino n. 35, e temporaneamente dimoranti a Chiavari, via Antonio ed Elina Devoto n. 15 int. 1, di religione ebraica.
Essi venivano in pari data consegnati alla G.N.R. e successivamente alle S.S. tedesche, per essere quindi tradotti nelle carceri di Chiavari, ove subivano il consueto trattamento che le S.S. riservavano ai perseguitati politici. Il giorno successivo le S.S. ne disponevano la traduzione alla Casa dello Studente, e quindi alle Carceri Giudiziarie di Marassi. Di qui venivano trasferiti al Campo di Concentramento di Fossoli di Carpi (Modena), da dove venivano fatti partire il 22 febbraio 1944 “per ignota destinazione”. Da successivi accertamenti condotti dal ricorrente, risulta che essi sono stati portati ad Auschwitz (Polonia), in uno dei campi di deportazione tragicamente famosi, ove tutti i vecchi, i bambini e gli ammalati, in quanto inabili al lavoro, vennero trucidati nelle tristemente note “camere a gas”. Da 18 mesi mancano loro notizie./
Nel contempo veniva asportato dal loro domicilio, interamente tutto quanto rinvenuto (e cioè gioielli, denari, pellicce, biancheria, ecc.) e ciò per un importo ingentissimo che il sottoscritto si riserva di precisare.
Dallo svolgimento del processo celebratosi testé a Chiavari, nanti codesta On. Corte, è emerso durante l’interrogatorio dell’imputato Podestà Enrico, successivamente condannato a morte, e per sua espressa deposizione, che l’arresto dei citati genitori dell’esponente è stato effettuato esclusivamente per la segnalazione effettuata al Fascio Repubblicano di Chiavari e quindi al Podestà Enrico stesso, che ne era il vice segretario politico, da tale Gerini Amerigo, attualmente già nelle carceri giudiziarie di Chiavari per altre imputazioni: vedasi in merito il verbale di dibattimento negli atti del processo Podestà Enrico.
Risulta inoltre che anche l’arresto dei genitori dello scrivente sia stato materialmente compiuto dal Gerini stesso. Questi era inscritto al P.F.R. ed alla Brigata Nera di Chiavari, ed ha preso parte anche a rastrellamenti nella zona, e ha in varie occasioni collaborato con le autorità tedesche.
E’ necessario infine considerare che il padre dell’esponente Migliau Geom. Cav. Uff. Giuseppe è stato per oltre 50 anni geometra capo dell’Ufficio Tecnico Erariale di Genova, e quale funzionario dell’amministrazione finanziaria, aveva quotidiani contatti con l’Ufficio del Registro (Atti Pubblici e Privati) di Genova, ove il Gerini era dapprima impiegato quale applicato, e sempre per ragioni del proprio ufficio altresì contatti con l’Ufficio del Registro di Chiavari, ove il Gerini da qualche anno era stato trasferito.
Ciò premesso, il sottoscritto chiede che sia instaurata la prescritta procedura nei confronti del citato Gerini Amerigo, che deve rispondere davanti alla giustizia, oltreché di altre imputazioni per collaborazionismo, anche di questo duplice “omicidio” derivato dalla cattura e dalla deportazione in Polonia di due poveri vecchi, che non faranno mai più ritorno! /
Genova, 24 agosto 1945.
Dott. Gino Migliau
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 7, fasc. 105, c. 57
Dott. Rag. Gino Migliau
Genova, 13 settembre 1945
On. Corte d’Assise Straordinaria di Chiavari
Con riferimento a mie lettere 27 agosto u.s. e 2 corrente, prego l’Ufficio del Pubblico Ministero presso codesta On. Corte d’Assise di sentire quale testimonio nella procedura a carico di Gerini Amerigo, il sig. Privitera Giuseppe di Gregorio, domiciliato in Genova, via Dalmazio Birago, testé rientrato dalla Germania, ove era stato deportato: egli è in grado di fornire notizie ed elementi utili per la procedura di cui sopra, essendo stato internato unitamente ai miei genitori nel Campo di Concentramento di Fòssoli di Carpi (Modena), prima di essere deportato.
Con deferenti ossequi.
Dott. G. Migliau
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 7, fasc. 105, c. 58
Verbale di sommarie informazioni
L’anno millenovecento 45 e questo di 20 del mese di settembre in Genova, avanti a noi Dott. Avv. A. Beer il P.M. presso la Corte d’Assise Straordinaria d’Assise assistiti dal cancelliere sottoscritto
è comparso Privitera Giuseppe di Gregorio di anni 31, nato e residente in Genova, rappresentante di commercio.
Interrogato risponde:
Io sono stato arrestato nel 1944 dai fascisti, perché figlio di madre ebrea. Sono stato condotto nel campo di concentramento di Fossoli (Carpi), dove ho conosciuto i coniugi Migliau. Sono rimasto con loro circa quindici giorni. Da Carpi partirono quattro convogli di ebrei, che venivano deportati e avviati ai campi in Polonia, e specialmente ad Auschwitz, che fu anche la meta dei poveri Migliau.
Ricordo che il vecchio Migliau mi disse di essere stato arrestato a Chiavari (dove egli viveva sotto falso nome), in seguito alla delazione di un impiegato del Registro, che egli non vedeva da molti anni, ma che riconobbe alla Casa del Fascio, dove esso Migliau venne condotto dopo l’arresto. Il Migliau mi disse anche il nome di detto impiegato, ma io non lo ricordo.
Letto, confermato e sottoscritto.
Nato a Genova il 26 marzo 1915 da Gregorio e Clelia Del Vecchio, Giuseppe Privitera viene arrestato a Genova l’8 febbraio 1944 e deportato a Buchenwald.
ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 7, fasc. 105, c. 120
D’ordine del presidente, l’Ufficiale Giudiziario ha introdotto in udienza il testimonio Svampa Elena
(…)
Interpellato quindi sulle sue generalità, risponde:
Sono Svampa Elena fu Giuseppe d’anni 59 nata a Spoleto residente a Chiavari, casalinga.
Poscia interrogato sui fatti, risponde:
I coniugi Migliau abitavano a casa mia. Parlai poi al figlio dell’arresto dei genitori ma non gli diedi i connotati di nessuno. Gli dissi che erano venuti a casa due questurini con la signora a prendere qualche indumento e seppi allora dell’arresto dei coniugi Migliau. Questi erano puntuali a rientrare in casa e in quel giorno non li vidi. Vidi il figlio dopo circa un mese dalla liberazione e ricordo che gli dissi che avevo sentito dire che i suoi genitori erano stati arrestati da un ragazzotto.
Spiego che la signora venne a casa mia dopo l’arresto due / volte per prendere degli oggetti, una prima volta accompagnata da due tedeschi e da due questurini, e l’altra volta da due questurini. Essa mi disse: “Cara signora, per me è finita”.
E’ vero che il Migliau figlio mi parlò del Podestà quale autore dell’arresto dei genitori ma io ripetei che la gente diceva che all’arresto aveva proceduto un giovanotto o un ragazzotto, non ricordo bene.