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Archivio di Stato di Genova

La famiglia Sonnino

Ettore Sonnino, Bice Sonnino, Giorgio Sonnino, Maria Luisa Sonnino, Piera Sonnino, Roberto Sonnino, Paolo Sonnino, Giorgina Milani

Ettore Sonnino, la moglie Giorgina Milano e i loro sei figli, traditi da un delatore, vengono arrestati a Genova il 12 ottobre 1944, mentre Anna Milano, sorella di Giorgina, riesce a nascondersi e a fuggire. La loro cattura avrebbe fruttato a Brenno Grandi, comandante delle Brigate Nere, una forte somma di denaro. 

Tra tutti i Sonnino solo Piera, nata a Portici l’11 febbraio 1922, sopravvive ad Auschwitz e agli altri campi di concentramento nei quali viene successivamente internata (Bergen Belsen, Braunschweig, Bendorf Am Main). Sarà lei a testimoniare la tragedia della sua famiglia in un memoriale privato, datato 20 luglio 1960, dal titolo La notte di Auschwitz, che sarà pubblicato nel 2004 dopo la sua morte.  

Piera Sonnino, Questo è stato. Una famiglia italiana nei Lager, Milano, Il Saggiatore, 2004

Ettore Sonnino

Bice Sonnino

Giorgio Sonnino

Maria Luisa Sonnino

Paolo Sonnino

Piera Sonnino

Roberto Sonnino

Giorgina Milani

 

ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 30, fasc. 39, pp. 38-39.

 

L’anno 1946 addi quattordici agosto davanti a me funzionario della Questura di Genova D’Aversa Giuseppe è presente Milano Anna fu Davide e fu Del Monte Sofia nata Roma 5/3/1889 e domiciliata a Genova via Brignole De Ferrari (Casa S. Teresa) n. 6 professione casalinga che dichiara quanto segue:

Il 9 marzo 1944 io e la famiglia Sonnino andai a domiciliare in via Montallegro 40/I onde fuggire alla persecuzione dei nazifascisti essendo io e la famiglia Sonnino di razza ebraica. Premetto che io ero imparentata con la predetta famiglia Sonnino essendo sorella alla signora Milano Giorgina moglie di Sonnino Ettore. Detta famiglia oltre i due coniugi su citati era composta anche dei figli Paolo cl. 1917, Roberto cl. 1918, Maria Luisa cl. 1920, Piera cl. 1922, Bice cl. 1923 e Giorgio cl. 1925. Rendo noto che stando in via Montallegro noi ci appellavamo col nominativo di Melani onde non dar nell’occhio con il nome di Sonnino essendo questo prettamente nome ebraico.

Il 12 ottobre 1944 io mi trovavo fuori casa sin dal primo mattino essendo in quel momento accaduto lo stato di allarme. Verso le ore 13 mi accinsi a ritornare a casa essendo finito l’allarme e strada facendo incontrai mio nipote Roberto che mi avvertiva di non rientrare in casa perché in mattinata erano venuti i militi della guardia repubblicana, per arrestare il padre. A tale notizia io girai al largo e perdetti tutta la giornata in centro. Verso le 15.30 cercai di avvicinarmi nei paraggi di casa per vedere come stavano le cose e salendo per via Papigliano, lì vicina, con mio gran stupore vidi marciare verso di me tutta la famiglia Sonnino inquadrati per due e scortati da persone tutti in abiti civili ma che evidentemente dovevano far parte di qualche polizia nazifascista. Tutti i miei parenti che erano in numero di sette in quanto escluso il padre Ettore, vennero portati alla Casa dello Studente. Premetto che il padre Ettore ossia mio cognato venne arrestato prima degli altri nella stessa mattina. Non saprei dare ulteriori ragguagli su tale arresto. Certamente al passaggio dei fermati nessuno dei miei parenti ebbe a salutarmi onde non compromettere anche me. A tale triste avvenimento io sola e senza appoggio ramingai per Genova riparandomi di notte nella Galleria Colombo e in seguito ospitata dalle Suore, Missionarie del Popolo. 

Fino alla liberazione io non mi interessai di nulla in quanto preoccupata solamente di salvare la mia persona. Dopo l’insurrezione incominciai a riprendere contatti con conoscenti e amici tra i quali certo Beltramo abitante in via Montallegro n. 71 il quale abitando nella villa a fianco poté vedere la scena del sequestro effettuato dalle B.N. dal suo giardino. Il predetto ebbe a dirmi che dopo l’arresto dei miei parenti i nazifascisti saccheggiarono e devastarono l’appartamento da veri e propri briganti. Tutto venne asportato ad eccezione di diversi mobili forse perché a loro era di ingombro e questi mobili vennero depositati in un garage del proprietario della casa. L’arredamento era di un valore complessivo molto rilevante. Il danno che io subii personalmente valutato ai prezzi dell’ottobre 1944 ammontò a circa 1.500.000 (un milione e cinquecentomila lire). A prova di ciò presento una copia di elenco dettagliato di tutti gli oggetti a me sottratti di cui l’originale è stato presentato all’Intendenza di Finanza per le pratiche del caso. In tale danno non è compreso quello patito dalla famiglia Sonnino che ammonta a circa 2.000.000 (due milioni di lire). Tra le tante cose asportate ricordo pure un pianoforte di mia proprietà di marca tedesca Hooff di Berlino di un valore ragguardevole. In più vennero prese gioie, preziosi e denaro liquido. /

Il 21 settembre 1945 faceva ritorno in Italia mia nipote Piera l’unica della famiglia Sonnino che riuscì a salvarsi. Tutti gli altri vennero trucidati nei campi di annientamento di Flossemburg e di Auschwitz. Mia nipote Piera attualmente trovasi degente nella clinica del Prof. Zanoli di Loano essendo gravemente inferma in seguito a maltrattamenti subiti durante la deportazione.

Per sentito dire mi risulta che le brigate nere che parteciparono allo svaligiamento della casa erano quelli della caserma Florio di S. Martino.

Mi riservo di presentare elenco degli oggetti asportati di proprietà esclusiva della famiglia Sonnino.

Letto confermato e sottoscritto.

 

Il funzionario addetto Giuseppe D’Aversa.

Milano Anna

 

ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 30, fasc. 39, p. 44

 

L’anno millenovecentoquarantasei addi 14 agosto davanti a me funzionario della Questura di Genova D’Aversa Giuseppe è presente Mocchetti Luigia in Trolli fu Giovanni e fu Rigamonti Maria nata a Milano il 17/2/1878 domiciliata a Genova via Montallegro 40/7 professione casalinga che dichiara quanto segue:

Dopo la Pasqua del 1944 vennero ad abitare al caseggiato di via Montallegro n. 40 all’interno n. I la famiglia Sonnino che era di razza ebraica. Detta famiglia era composta di padre, madre, tre figli maschi (Roberto, Paolo e Giorgio) tre figlie (Maria Luisa, Piera e Bice) e poi una zia sorella della madre. Tale famiglia essendo perseguitata per la sua razza ebraica venne ad abitare in via Montallegro col nominativo di Melani che era una modificazione del vero nome della mamma Milano.

Mio marito poté vedere la scena dell’arresto di tutta la famiglia. Difatti dal racconto di mio marito compresi che nell’ottobre 1944 durante un allarme aereo vennero nel caseggiato diverse brigate nere chiedendo dell’abitazione del Sonnino. Entrarono nell’appartamento e dopo aver fatto una sommaria perquisizione attesero che la famiglia ritornasse dal rifugio ove si erano recati. Durante questo tempo cessò l’allarme aereo e mio marito incontrando per la strada la famiglia Sonnino disse loro quel che accadeva ma nonostante tale avvertimento la famiglia rientrò lo stesso in casa e quindi furono arrestati tutti in massa fatta eccezione della zia che fiutando il pericolo non volle seguire gli altri familiari. So che tutta la famiglia (8 persone) venne condotta alla Casa dello Studente e di li in Germania dove non ritornò altri che una figlia e precisamente la Piera che attualmente trovasi degente in una clinica privata di Loano essendo gravemente inferma per i patimenti subiti.

Per quella sera non avvenne altro mentre alla mattina seguente si presentarono alcuni delle S.S. che dopo aver fatto un sopralluogo in casa portarono via due involucri. Nella stessa giornata vennero le brigate nere con un carrettino e incominciarono a spogliare la casa di ogni cosa. Quasi tutti i giorni le brigate nere venivano per portare via qualche cosa e ogni giorno facevano diversi viaggi essendo la carretta di poca capacità. Alla fine nell’appartamento del Sonnino non rimase altro che pochi mobili che si trovavano in uno stato poco buono mentre i migliori mobili compreso un pianoforte vennero portati via. Non sono in grado di poter precisare il valore di tutta la mercanzia asportata in quanto non ho competenza in merito però posso dire che doveva essere per un valore abbastanza discreto data la famiglia numerosa.

La zia, unica scampata vive tuttora a Genova in Piazza Palermo presso le Suore Missionarie del Popolo e lei potrà dare con maggiore precisione altri dettagli in merito.

Non so i precedenti dell’arresto però posso affermare che tutta la famiglia ad eccezione del padre si trovava insieme mentre il padre mi sembra si trovava fuori e che fu lui il primo ad essere arrestato.

Mi sembra che tra l’altro le b.n. asportarono oggetti preziosi che non saprei meglio precisare.

Per quel che mi risulta la zia attualmente si fa chiamare col nome di Torre ossia col nome di sua madre mentre il suo vero nome è Milano. Letto confermato e sottoscritto.

 

Il funzionario addetto Giuseppe D’Aversa.

Luigia Mocchetti in Trolli

 

ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 30, fasc. 39, p. 107.

 

Verbale di sommarie informazioni

L’anno millenovecentoquarantasei e questo di 28 del mese di dicembre in Genova Ufficio P.M. avanti a noi dott. Avv. Motta assistiti dal Cancelliere sottoscritto è comparso Milano Anna, fu Davide e fu Del Monte Sofia, nata a Roma il 5/3/89, residente a Genova in via Brignole De Ferrari (Casa S. Teresa)

D.R.

Confermo la mia deposizione resa in Questura il 14 agosto c.a. Io ho saputo dai miei vicini coniugi Trolli che i militi che arrestarono la famiglia Sonnino e ne svaligiarono la casa, asportando anche tutto quanto apparteneva a me, che abitavo con loro, erano quelli di S. Martino. Ricordo che i Trolli mi dissero che il mio pianoforte era stato trasportato in un primo tempo alla sede delle Brigate nere a S. Martino e poi in Via Montallegro 39 dove le B.N. si erano trasferite, dalla prima sede. Mi dissero pure che mio nipote Roberto chiese alle B.N. il permesso di affidare perché glieli custodissero durante la loro assenza L. 120.000 circa ai Trolli stessi, e che tale permesso fu concesso; che però successivamente le B.N. e se ben ricordo un certo Ferraguti pretesero dai Trolli la consegna di questo denaro, cosa che il Trolli poté evitare soltanto rivolgendosi alla Questura che lo aiutò a rifiutare.

Beltramo, che vide le B.N. saccheggiare la casa, credo abiti in via Montallegro 71. Mia nipote Piera è sempre a Loano nella clinica del prof. Zanoli.

L.C.S.

 

Anna Milano

Avv. Motta sost.

 

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Ultimo aggiornamento: 09/05/2025