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Archivio di Stato di Genova

Ugo Lombroso

ASGe, Prefettura italiana 1879-1945, ex Sala 21, n. 187

Ugo Lombroso, figlio del celeberrimo scienziato Cesare, presenta domanda di discriminazione, da estendere alla moglie Silvia Forti e ai figli Cesare e Nora, per benemerenze eccezionali. Del padre menziona sinteticamente i meriti di guerra (volontario del 1859), l’opera svolta per debellare la pellagra, i riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo per la sua attività scientifica, l’esempio che ha rappresentato per il figlio con la sua vita «tutta dedicata al bene degli altri ed al decoro del Paese».

Di se stesso ricorda il lavoro come capitano medico in zona di guerra durante la prima Guerra Mondiale, l’attività di docente a Messina, Palermo e Genova, la creazione di laboratori e la formazione di schiere di giovani allievi, firmandosi come «Prof. Ordinario di Fisiologia presso la R. Università di Genova», cattedra perduta a seguito delle leggi razziali.

La richiesta viene respinta il 25 gennaio 1940 e, dopo l’istanza per il riesame, nel dicembre dello stesso anno, con istruttorie che arrivano ad adombrare il dubbio di connivenze con il gruppo “Giustizia e Libertà”, attività antifascista, contrabbando di valuta, la mancata iscrizione e l’indifferenza nei confronti del Partito Fascista, perfino una paternità diversa da quella dichiarata.   

 

A S.E. il Prefetto della Provincia di Genova

Il sottoscritto, ai sensi dell’articolo 14, comma 6 del regio decreto legge 17 Novembre 1938-XVI n. 1728 espone gli argomenti per i quali ritiene di potersi valere delle eccezionali benemerenze acquisite dal proprio Padre Cesare Lombroso per la discriminazione da valutarsi ai termini dell’art. 16, sia per sé che per riguardo della propria moglie Silvia Forti e del figlio Cesare e figlia Nora.

Non crede necessario di dover insistere pel riconoscimento dell’opera di suo Padre, perché presume che notizie molto più ampie siano di comune conoscenza e se ne trovano del resto cenni in qualsiasi enciclopedia, trattati di criminologia, ed in volumi dedicati alla divulgazione dell’opera sua.

Ricorderà soltanto che durante tutta la sua vita Cesare Lombroso cercò di servire la Patria, come soldato, come cittadino e come scienziato.

Come soldato Egli partì di nascosto e senza mezzi dal Veneto per recarsi in Piemonte, dove si arruolò volontario nel 1859, partecipando a tutta la campagna e guadagnando due medaglie al valore.

Come cittadino egli dedicò gran parte della / sua vita e della sua attività all’immane lotta contro la pellagra che allora infestava larghe zone agricole dell’Italia Settentrionale. Fu una lotta appassionata ed eroica, ed attraverso infinite amarezze il suo sogno si poté realizzare perché, in virtù delle disposizioni da lui suggerite, migliaia di contadini di tutta una plaga d’Italia furono redenti e risanati. Nel campo delle opere assistenziali fu Cesare Lombroso che realizzò per primo in Italia l’ideale di una cooperazione utile ed armonica fra le alte classi sociali e quelle operaie e contadine, creando la “Scuola e Famiglia” una specie di patronato, che servì di esempio e di sperone in un’epoca in cui il nostro Paese era in crisi e miseria.

Come scienziato non ritengo opportuno insistere sull’opera sua, ma che le sue teorie non siano cadute nel nulla, e che il suo sforzo di onorare l’Italia nel mondo non sia stato vano, testimoniano i monumenti, le strade, gli istituti intitolati al suo nome in città italiane e straniere, le modificazioni sostanziali apportate alle leggi di tutto il mondo civile in base alle sue concezioni, le innumerevoli continue attestazioni che dall’estero ci giungono in occasione di Congressi, che onorano un Cesare Lombroso il creatore della nuova Scuola Pena-/le italiana.

Per il suo 70° anno convennero a Torino rappresentanti da tutto il mondo (Giappone, Cina, America, Australia ecc.) ed alla sua morte il Sovrano, il Governo Italiano e tutti i paesi europei e d’oltre Oceano inviarono l’espressione del loro cordoglio.

Per quanto concerne la mia persona, non spetta a me dare giudizi sulla mia laboriosità e correttezza civica e scientifica: ma sono fiducioso che il giudizio dei Rettori dell’Università di Palermo – Genova (On. Ercole, Sen. Di Marzo e Sen. Moresco) testimonierebbe in mio favore. Così come credo sia significativo il fatto che a Palermo fui prescelto a tenere il discorso inaugurale per l’apertura dell’anno accademico 1928-29. Per quanto si riferisce al servizio militare, io ritengo di aver fatto il mio dovere come capitano medico in zona di guerra, durante la guerra mondiale.

A Messina dove nel 1919 iniziai la mia carriera d’insegnante creai un laboratorio che non esisteva; a Palermo, a Genova, dove vi erano mezzi e possibilità di lavori maggiori, ho subito concentrato intorno a me una schiera di giovani che con ardore ho indirizzato alla ricerca scientifica, che è poi quella che apre le porte alle applicazioni pratiche ed / utilitarie. I lavori miei e dei miei allievi superano i 400 e sono ricordati nei principali trattati italiani e stranieri.

Spero che quanto ho esposto possa aver valore di fronte allo spirito delle nuove disposizioni; in ogni modo ho creduto mio dovere di non tacere per riguardo alla memoria di mio Padre, la cui Vita, tutta dedicata al bene degli altri ed al decoro del Paese, è stato l’alto esempio a cui ho cercato di uniformare, colle mie modeste forze, la mia esistenza.

Con la massima osservanza.

Genova, 3 gennaio 1939

 

Ugo Lombroso

Prof. Ordinario di Fisiologia presso la R. Università di Genova    

 

Partito nazionale fascista

Federazione dei fasci di Combattimento

Genova

Segreteria Politica

Genova, 28 gennaio 1939 XVII

A S.E. Cav. Di Gr. Cr. Dr. Umberto Albini Prefetto di Genova

Oggetto: Difesa razza – istanza Lombroso Prof. Ugo

Via G. Buglia 3/4, Genova

In riferimento al foglio controsegnato, comunico a V.E. che la Commissione avente il compito di esaminare e vagliare le domande di discriminazione, ha espresso in merito alla domanda presentata dal Sig. Lombroso Prof.  Ugo, il seguente parere:

Lombroso Prof.  Ugo – di razza ebraica – non iscritto al P.N.F.; nei suoi confronti ed in quelli della moglie Silvia Forti e dei figli Cesare e Nora.

Esaminato l’esposto, considerato la mancanza iscrizione al P.N.F. del richiedente e l’incompetenza della Commissione a valutare le vantate benemerenze, la Commissione stessa esprime parere contrario all’accoglimento della domanda. Di conseguenza nei confronti della moglie Silvia Forti e dei figli Cesare e Nora in forza all’art. 15 della citata legge.

Parere che approvo.

 

Il Segretario Federale

(Giuseppe Massa)

 

Legione Territoriale dei Carabinieri di Genova

Gruppo Interno di Genova

Addì 7 febbraio 1939 A. XVII

Oggetto: Informazioni su persone di razza ebraica.

Alla Regia Prefettura di Genova

Riservato

Lombroso Ugo fu Cesare Ezecchia Marco e fu De Benedetti Stella, nato a Torino il 14 ottobre 1877, domiciliato a Genova, via Giuseppe Biglia n. 3 / 4, professore di fisiologia, già insegnante presso la R. Università di Genova, ed ora esonerato dalla carica, risulta di buona condotta morale e politica, senza precedenti né pendenze penali.

Non è iscritto al P.N.F. ma non ha mai manifestato sentimenti contrari al Regime.

Convive con la moglie, Forti Silvia fu Alessandro, nata a Verona il 2 gennaio 1889, casalinga, ed il figlio, Cesare, nato a Roma il 7 ottobre 1917, studente al 5° anno medicina. Ha altra figlia, Nora, nata a Quarto dei Mille il 9 agosto 1914, coniugata, residente a Padova.

Tutte le predette persone sono di razza ebraica e di buona condotta in genere.

Quanto è detto nella unita istanza, che si restituisce, risponde a verità, e pertanto questo comando esprime / parere favorevole alla discriminazione prevista dall’art. 14, n. 6 e 15 del R.D.L. 17 novembre 1938-XVII, n. 1728.

 

Il T. Colonnello Comandante

(Giuseppe Butti)

 

Genova, 13 marzo 1939

Minuta della lettera inviata dal Prefetto di Genova alla Direzione Generale per la Demografia e la Razza, ricavata dalla correzione di quella trasmessa dalla Questura il 10 marzo 1939.

Rispetto al rapporto della Questura è stato cancellato il brano: «Il Lombroso, da fonte fiduciaria, nel 1935 venne segnalato al Ministero quale ispiratore, se non addirittura autore, d’una lunga, acida, subdola corrispondenza da Palermo, pubblicata in uno dei numeri del novembre 1934 sul giornale “Giustizia e Libertà” organo del movimento omonimo, capeggiato a Parigi dai noti Rosselli, Cianca, Tarchiari ecc. Dalla revisione della corrispondenza indirizzata a lui ed ai suoi familiari nulla, però, è emerso di concreto in ordine ad attività politica

Il parere espresso dal questore era: «Dato che nessun elemento probatorio è emerso circa la sospettata attività politica dell’istante, in considerazione delle singolari benemerenze del defunto Prof. Cesare Lombroso, esprimo parere favorevole per l’accoglimento della istanza che restituisco unitamente agli allegati».

 

Riservata Raccomandata e Urgentissima

Genova, 13 marzo 1939 – A. XVII

On. Ministero dell’Interno, Direzione Generale per la Demografia e la Razza – Divisione Razza, Sez. I, Roma

Oggetto:  Prof. Lombroso Ugo fu Cesare e fu De Benedetti Stella, nato a Torino il 14/10/1977, residente in Genova. Domanda di discriminazione per benemerenze eccezionali.

Con riferimento anche alla Ministeriale n. 1258 del 1° febbraio u.s. trasmetto l’unita documentata istanza presentata dal Prof. Lombroso Ugo, di razza ebraica, per ottenere la discriminazione a sensi dell’art. 14 lett. b, n. 6, del R.D.L. 17 novembre 1938 XVII n. 1728 sulla difesa della razza italiana.

Il Prof. Lombroso è coniugato con Forti Silvia fu Alessandro e fu Cavalieri Elisa, nata a Verona il 2/1/1889, e ha due figli: Cesare nato a Roma il 7/10/1917, iscritto al G.U.F., e Nora, nata a Quarto dei Mille il 9/8/1914, tutti di razza e religione ebraica.

Già professore di fisiologia presso questa R. Università al 1935,proveniente da Palermo, è stato dispensato dal servizio in seguito alle leggi razziali. Risulta di buona condotta morale.

Nella sua giovinezza, professò idee socialiste e riportò una condanna per disobbedienza all’ordine di scioglimento dato dall’Autorità di P.S. in un pubblico comizio.

Non è iscritto al P.N.F. e nei riguardi del Regime si è dimostrato indifferente, ma senza dare luogo a particolari rilievi, conducendo vita ritirata, dedita esclusivamente alla famiglia ed alla scuola. /

Nel 1935 fu fiduciariamente segnalato quale persona sospetta di mantenere rapporti con noti fuorusciti italiani in Francia e di svolgere subdola attività ai danni del Regime, ma dalla oculata vigilanza disposta nei suoi riguardi non è risultato nulla di positivo.

Il di lui padre, Cesare Lombroso, servì la Patria come soldato, come cittadino e come scienziato.

Egli si arruolò volontario nel 1859, partecipando a tutte le campagne e guadagnando due medaglie al valore.

Come cittadino dedicò gran parte della sua vita e della attività all’immane lotta contro la pellagra che allora infestava larghe zone dell’Italia Settentrionale, ottenendo splendidi risultati.

E’ noto che, come scienziato, ebbe fama mondiale quale creatore della nuova scuola penale italiana. Alla sua morte il Sovrano,il Governo Italiano e tutti i paesi europei e d’oltre oceano inviarono l’espressione del loro cordoglio.

L’istante durante la guerra mondiale prestò servizio quale Capitano medico in zona di guerra e fu autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa, ma non è decorato di Croce al merito.

Chiede che la discriminazione venga estesa alla moglie ed ai figli che risultano di buona condotta in genere.

Pur tenuto conto delle benemerenze del padre, rilevo che il richiedente non trovasi in alcuno dei casi previsti dall’art. 14 su citato, né le benemerenze personali acquisite sembrano di natura eccezionale. Pertanto, considerati anche i precedenti politici, d’intesa con la Federazione Fascista, esprimo parere contrario all’accoglienza dell’istanza.

Allego lo stato di famiglia e documenti vari.

 

Il Prefetto.

 

Ministero dell’Interno

Direzione Generale per la Demografia e la Razza

Divisione Razza Sez. 2.a

Roma, 25 gennaio 1940 Anno XVIII

A S.E. il Prefetto di Genova

Oggetto: Domanda di discriminazione Lombroso Ugo fu Cesare

Riservata

La domanda presentata dall’ebreo Lombroso Ugo fu Cesare, residente in Via Biglia 3.4, a norma e per gli effetti dell’art. 14 del R.D.L. 17 nov. 1938 XVII, n. 1728, sulla difesa della razza è stata respinta dal Ministro dell’Interno in conformità di analogo parere espresso dalla Commissione prevista dall’art. 16 del citato R.D.L.

Si prega darne analoga partecipazione all’interessato, assicurando.

 

Pel Ministro

 

 

R. Questura di Genova

Divisione Gab.

Genova, 14 dicembre 1940 – A. XIX

Raccomandata

Eccellenza Prefetto Genova

Oggetto Prof. Dott. Lombroso Ugo fu Ezecchia Marco (e non Cesare), nato a Torino il 14/10/1877 ebreo. Discriminazione

Il Prof. Dott. Lombroso Ugo, già qui dimorante in Via Biglia 3/4, nel mese di giugno 1939 si trasferì a Torino unitamente alla moglie Forte Silvia.

Egli era iscritto alla comunità israelitica di Genova in Passo Assarotti, ove furono anche celebrate le nozze, con il rito ebraico, della propria figlia Nora.

Circa due anni or sono, i Lombroso si fecero cancellare dall’anzidetta comunità in previsione del loro trasferimento in America, ove però, sembra, si sia recato solo il figlio Cesare, studente in medicina. Il matrimonio dell’Ugo Lombroso venne celebrato a Verona, paese di origine della moglie, il 28 settembre 1913 ed al locale Municipio non è stato possibile precisare se si effettuò col rito ebraico o con quello cattolico.

Risulta che i Lombroso hanno alloggiato più volte nella pensione di Via Fieschi N° 8, sempre per pochi giorni, trovandosi qui di passaggio.

I coniugi Lombroso, qui segnalati come antifascisti e sospettati di contrabbando di valuta, durante la loro permanenza in questa città mantennero regolare condotta in genere e non diedero luogo a rilievi in linea politica.

Si restituisce l’istanza.

 

Il Questore

 

Il nome di Ugo Lombroso è registrato al n. 340 della lista elettorale del 1937 della Comunità Israelitica di Genova, al n. 999 della Rubrica A del censimento degli ebrei del 1938, dove il figlio Cesare e la moglie Silvia Forti figurano rispettivamente ai numeri 998 e  591.

Dopo l’8 settembre 1943 Ugo Lombroso e Silvia Forti riescono ad evitare la deportazione nascondendosi presso conoscenti in un piccolo villaggio. Dopo aver esercitato la carica di Maître de Recherche presso l'École de Medicine di Parigi, Lombroso viene reintegrato nella Cattedra di Fisiologia all'Università di Genova.

Cesare Lombroso emigra a New York, dove si sposa nel 1943. Rientra in Italia nel 1946 e fino al 1950 svolge la professione di medico presso l’Ospedale Gaslini, per poi trasferirsi negli Stati Uniti  come primario del Boston Children’s Hospital.

Nora Lombroso, sposata nel 1938 con Bruno Benedetto Rossi, già docente di fisica sperimentale all'Università di Padova, segue alla fine dello stesso anno il marito prima a Copenhagen, poi negli Stati Uniti.

Silvia Forti Lombroso è autrice di uno dei primissimi memoriali sulle persecuzioni razziali in Italia, pubblicato nel 1945 con il titolo Si può stampare: pagine vissute, 1938-1945 (Roma: Dalmazia, 1945) e di un secondo libro di memorie familiari nel 1969: Case di sogno, case di mattoni (Genova: SAGEP, 1969).

 

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Ultimo aggiornamento: 09/05/2025