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Archivio di Stato di Genova

I processi genovesi

I 251 processi intentati a Genova tra il 1945 e il 1947 contro i fascisti che si sono macchiati della persecuzione e deportazione degli ebrei genovesi portano dinanzi alla Corte d’Assise Speciale 395 imputati, 82 dei quali vengono assolti in primo grado.

Il 22 giugno 1946, pochi giorni dopo la proclamazione della Repubblica, entra in vigore il  “Decreto presidenziale di amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari” avvenuti durante il periodo dell'occupazione nazifascista, proposto da Palmiro Togliatti, segretario del PCI e ministro di Grazia e Giustizia. Il provvedimento comprende reati comuni e politici punibili fino a un massimo di 5 anni, tra i quali il collaborazionismo con il nemico e reati annessi, fino al concorso in omicidio. Sono esclusi i reati compiuti da alti funzionari civili o politici o militari, i fatti di strage e sevizie «particolarmente efferate», omicidi e saccheggi e delitti commessi a scopo di lucro.

 

Articolo 1

Amnistia per reati in genere.

é concessa amnistia per i reati per i quali la legge commina una pena detentiva, sola o congiunta a pena pecuniaria, non superiore nel massimo a cinque anni, oppure una pena pecuniaria.

Articolo 2

Amnistia per delitti politici commessi dopo la liberazione.

é concessa amnistia per i delitti politici puniti con pena anche superiore a quella indicata nell'art. 1, ove siano stati commessi nelle singole parti del territorio nazionale dopo l'inizio in esse dell'amministrazione del Governo militare alleato o, riguardo al territorio rimasto sotto l'amministrazione del Governo legittimo italiano, per i delitti suddetti commessi dopo l'8 settembre 1943.

Articolo 3

Amnistia per altri delitti politici.

é concessa amnistia per i delitti di cui agli articoli 3 e 5 del decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1944, n. 159, ed all'art. 1 del decreto legislativo luogotenenziale 22 aprile 1945, n. 142, e per i reati ad essi connessi ai sensi dell'articolo 45, n. 2, Codice procedura penale, salvo che siano stati compiuti da persone rivestite di elevate funzioni di direzione civile o politica o di comando militare, ovvero siano stati commessi fatti di strage, sevizie particolarmente efferate, omicidio o saccheggio, ovvero i delitti siano stati compiuti a scopo di lucro.

(...)

Articolo 9

Condono e commutazione di pena per reati politici.

Fuori dei casi di amnistia di cui agli articoli 1, 2 e 3, per i delitti politici e per i delitti ad essi connessi ai sensi dell'articolo 45, n. 2, del Codice di procedura penale, si applicano le norme seguenti:

a) la pena di morte è commutata in quella dell'ergastolo, salve le eccezioni disposte per l'amnistia dall'articolo 3;

b) la pena dell'ergastolo è commutata in quella della reclusione per trenta anni;

c) le altre pene detentive, se superiori a cinque anni, sono ridotte di un terzo; ma in ogni caso la riduzione non può essere inferiore a cinque anni; le pene detentive non superiori a cinque anni sono interamente condonate;

d) le pene pecuniarie sono interamente condonate.

Decreto Presidenziale 22 giugno 1946, n. 4 

 

Già al 31 luglio l’amnistia ha beneficiato 219.481 persone, tra le quali coloro i quali, condannati in primo grado oltre i cinque anni di detenzione, avevano fatto ricorso in Cassazione. Tra loro figurano 266 dei condannati nei processi genovesi. Il caso più eclatante sarà quello del Capo della Provincia di Genova, Carlo Emanuele Basile, responsabile della deportazione in Germania di circa 1400 genovesi come lavoratori coatti, della morte di detenuti politici, della collaborazione con le S.S. per l’invio degli ebrei nei campi di sterminio, che viene scarcerato nel 1947 nonostante la condanna a morte.

Tra gli altri, rimane impunito anche il comandante delle Brigate Nere, Brenno Grandi.

Il libretto personale di Brenno Grandi che lo indica quale membro delle Legioni volontarie italiane. ASGe, Corte d’Assise Speciale, n. 30, fasc. 39

 

Il 14 maggio 1960 il Movimento Sociale Italiano prende la decisione di tenere a Genova, il successivo 2 luglio, il suo sesto congresso. Nella città, decorata della medaglia d’oro della Resistenza, vengono organizzate imponenti manifestazioni di protesta.

immagini tratte da:

Fondazione Gramsci

Genova24.it

 

Nel comizio del 28 giugno Sandro Pertini, uno dei maggiori protagonisti della Resistenza italiana, rievoca le vittime dei nazifascisti a Genova:

«La polizia sta cercando i sobillatori di queste manifestazioni, non abbiamo nessuna difficoltà ad indicarglieli. Sono i fucilati del Turchino, di Cravasco, della Benedicta, i torturati della Casa dello Studente che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori».

La notizia, riferita dai giornali, che ai lavori del congresso avrebbe partecipato anche l’ex Prefetto Basile scatena la rabbia dei genovesi. Il 30 giugno avvengono gravi scontri tra i manifestanti e le forze di polizia. Il congresso del Movimento Sociale Italiano viene annullato.

In questo clima di fortissime tensioni, Piera Sonnino, unica sopravvissuta della sua famiglia, scrive – come memoria per le sue figlie – la testimonianza La notte di Auschwitz. Al racconto della cattura unisce il ricordo degli autori materiali della tragedia della sua famiglia, che non hanno subito nessuna conseguenza per le loro azioni:

«Ignoro che cosa sia avvenuto di quegli agenti, se siano morti o siano vivi, ignoro quale mestiere o quale professione esercitino attualmente; ma forse i loro figli sono già adulti come Paolo e Roberto lo erano allora o giovani come eravamo Maria Luisa e io o ragazzi come Giorgio e Bice.

Chi comandò il nostro arresto fu Brenno Grandi, che riuscì a essere assolto nel processo che subì nel 1947 perché riuscì a dimostrare di avere infierito sugli ebrei non a scopo di lucro; ma essi, quei quattro agenti che eseguirono i suoi ordini, ovunque oggi siano, sappiano che dal momento in cui ci trascinarono fuori dalla nostra casa, in quella prima e unica volta che ci videro, diedero l’avvio al nostro viaggio verso la morte. Essi stessi per me, oggi, hanno nella memoria il volto della morte».

 

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Ultimo aggiornamento: 25/02/2025