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Archivio di Stato di Genova

Il dopoguerra

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1945, mentre il comandante tedesco per la piazza di Genova, generale Gunther Meinhold, cerca di trattare con il cardinale Boetto la ritirata delle sue truppe dietro l’impegno di non distruggere il porto, il Comitato Liberazione Nazionale Liguria emana l’ordine di insurrezione senza attendere l’arrivo degli Alleati. La battaglia si combatte in tutti i quartieri della città e nelle delegazioni di levante e ponente fino alla sera del 25 aprile, quando il generale Meinhold firma l’atto di resa. Circa 6000 soldati tedeschi si arrendono ai partigiani e sfilano per le vie della città.  

 

Genova 25 aprile 1945

 

Già nei primissimi giorni di maggio la Comunità ebraica genovese si riorganizza e sollecita – per mezzo di una lettera dell’avvocato Giulio De Paz – il nuovo Prefetto a farsi carico, anche per un dovere morale, di appoggiare l’abolizione della legislazione razziale.

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 8

 

Avv. Enrico Martino, Prefetto di Genova

Genova, 2 maggio 1945

Caro Martino,

ti porgo innanzitutto il mio saluto cordiale ed affettuoso, plaudendo commosso alla brillante azione, audacemente preparata e condotta, che ha salvato Genova dalla rovina e che avrà certo un peso notevole nella resurrezione morale e materiale della nostra patria.

Scopo della mia visita è presentarti al sig. Umberto Morpurgo, che era presidente della Comunità israelitica di Genova nell’ottobre 1943, quando essa fu di fatto disciolta e dispersa dalla feroce e brutale persecuzione delle autorità tedesche e fasciste.

Egli che si trova a Genova, perché allora è sfuggito miracolosamente alla cattura, sente il dovere di riassumere il suo posto per provvedere colla massima solerzia ed energia alla tutela degli interessi religiosi, materiali e morali dei correligionari presenti ed assenti (pur troppo sono molti e la loro sorte è oscura ed incerta) affrontando i molteplici delicati e complessi problemi generali e particolari, che debbono essere subito risolti per porre fine colla massima sollecitudine alla tragica situazione, che la persecuzione ha creato non solo a quei molto disgraziati, che sono caduti nelle mani dei nazisti, ma anche a / quelli, che hanno potuto sfuggire a prezzo di 18 mesi di umiliazioni, disagi e sacrifici indescrivibili.

Per risolvere questi problemi in modo adeguato è necessario prima di tutto che siano in blocco pubblicamente abrogate le infami ed incivili leggi razziali che dal 1938 ci hanno posto al bando della vita civile e che dall’ottobre 1943 hanno a dirittura consegnato la nostra libertà personale i nostri beni e perfino la nostra vita alla mercè del bieco e fanatico odio nazista.

Questa esplicita e pubblica abrogazione è una necessità fondamentale non solo di ordine giuridico, ma anche di ordine morale: giustizia vuole, che le cosiddette leggi razziali, preparate, accompagnate e seguite da un’odiosa ed avvilente campagna di stampa, siano da voi, che rappresentate la vera civiltà d’Italia, subito e senza esitazioni pubblicamente sconfessate e ripudiate.

Occorre, poi, che il sig. Morpurgo (ed eventualmente una commissione da lui presieduta) sia investito dei poteri più ampi per esplicare il delicato e complesso mandato sia personalmente sia a mezzo dei competenti organi governativi attualmente in funzione, dei quali – io penso – dovrebbe essere diretta emanazione.

Ci rivolgiamo a te, non solo perché rappresenti la maggiore autorità della provincia, ma anche perché le Comunità sono Enti morali, che in forza di legge (non mi risulta che essa sia stata abrogata) sono sotto la tutela prefettizia.

Ti prego di volerci ricevere in modo che il Sig. Morpurgo possa illustrarti la natura dei problemi che debbono essere risolti, alcuni dei quali sono di assoluta urgenza.

Ti saluto cordialmente.

 

Tuo Giulio De Paz

 

Il 6 maggio la Comunità, convocata dal presidente Umberto Morpurgo, si riunisce per nominare i componenti della Commissione chiamata ad «affrontare e risolvere tutti i problemi di ordine religioso, morale e materiale, sorti per effetto della persecuzione nazi-fascista, interessanti i correligionari sia presenti che assenti». I convenuti sono in tutto 260.

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 8

 

6 maggio

Comunità israelitica di Genova

VERBALE DI RIUNIONE

Il 6 Maggio 1945 alle ore 10,30 gli israeliti dimoranti in Genova, convocati dal Sig. Presidente della Comunità, con invito apparso sui giornali cittadini, si sono riuniti nei locali gentilmente concessi dalla S.A.M.A.I., Vico Monte di Pietà N. 23 rosso, in numero di 260 come da elenco annesso.

Dopo un’ampia ed esauriente relazione del Presidente che ha assunto anche la presidenza della riunione, è stato approvato per acclamazioni il seguente ordine del giorno:

“I cittadini ebrei oggi 6 Maggio 1945, riunitisi in Genova,

Sentita la relazione del Sig. Umberto Morpurgo, Presidente della Comunità Israelitica di Genova,

Si associano al plauso da egli espresso alle Formazioni Partigiane ed alle Forze Alleate, che hanno portato alla liberazione della Patria;

Fanno voto che sia al più presto proceduto alla nomina di una commissione investita dei più ampi poteri, per affrontare e risolvere tutti i problemi di ordine religioso, morale e materiale, sorti per effetto della persecuzione nazi-fascista, interessanti i correligionari sia presenti che assenti.

Propongono che la Commissione sia composta del Presidente della Comunità Sig. UMBERTO MORPURGO, coadiuvato dai seguenti membri:

1) DE PAZ Avv. Giulio

2) JONA Avv. Salvatore

3) MIGLIAU Dott. Rag. Gino

4) GABBAI Mosè

5) ISRAEL Rag. Sami

6) NIZZA Rag. Ugo /

7) GANDUS Gino

8) DI CAPUA Avv. Emilio

9) ORVIETO Dott. Vittorio

10) SEGRE Ennio

11) PESARO Guido

12) ULLMANN Dott. Enrico

 

Il Presidente della Comunità Israelitica di Genova

U. Morpurgo

 

Per quanto il Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia abbia decretato, fin dal 14 settembre 1944, l’abolizione di tutta la legislazione di carattere razziale il 1° giugno 1945 il Vice Prefetto comm. Belley si dichiara ancora convinto che le leggi razziali siano in vigore. Il decreto viene trasmesso alla Prefettura, dietro espressa richiesta, il 7 giugno. 

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 10

 

COMITATO LIBERAZIONE NAZIONALE PER LA LIGURIA

Genova, 1 giugno 1945

al PREFETTO di Genova

Il Vice Prefetto comm. Belley, richiesto dall’ing. Steinweg di voler avvertire il Comune di Genova che tutte le leggi razziali erano abrogate ad ogni effetto, questo desiderando il suddetto ingegnere un certificato di nazionalità italiana per il padre, oriundo israelita tedesco, di nazionalità italiana apolide in conseguenza alle leggi razziali, dichiarò non poter aderire al desiderio dell’ing. Steinweg:
1°) perché le leggi razziali emesse dal governo fascista repubblicano sarebbero abrogate solo alla cessazione delle ostilità con la Germania e che nessuna voce ufficiale avrebbe fino ad oggi a lui comunicato tale cessazione;
2°) che nessuna disposizione abrogava fino ad oggi le leggi razziali emesse dal governo repubblicano fascista.

Vi preghiamo perciò di voler prendere nota che le ostilità con la Germania sono cessate e che il C.L.N.A.I. con decreto in data 14/9/44 ha abolito la legislazione razziale fascista.

 

IL PRESIDENTE
(Secondo Pessi)

 

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 10

 

COMITATO LIBERAZIONE NAZIONALE PER LA LIGURIA

Genova, 7 giugno 1945

Alla PREFETTURA di Genova

Oggetto: Decreto circa l’abolizione legislazione razziale

In risposta alla pregiata Vostra in data 5 corr.m., GAB. prot. 2855, vi trasmettiamo qui accluso in doppia copia il decreto 14/9/44 del C.L.A.I. relativo alla abolizione della legislazione razziale.

 

Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria
IL SEGRETARIO GENERALE

 

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 10

 

Copia

DECRETO 14 settembre 1944

IL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE PER L’ALTA ITALIA,

in virtù dei poteri ad esso delegati dal Governo Italiano

decreta

Art.1) –Tutta la legislazione di carattere razziale è abolita.

Art.2) – I beni sequestrati agli Ebrei devono essere loro immediatamente riconsegnati e i danni derivati verranno risarciti.

Art.3) – Il presente decreto entrerà in vigore il giorno della sua pubblicazione.

 

Il 10 giugno il Governo Militare Alleato per la regione Liguria  dispone la riammissione in servizio degli insegnanti ebrei di ruolo epurati a causa delle leggi razziali, precisando che il loro stipendio decorrerà dal giorno della presa di servizio, senza risarcimenti per il periodo di forzata inattività.

 

ASGe, Prefettura italiana, versamento 2007, n. 8, fasc. 2      

 

HEADQUARTERS LIGURIA REGION

ALLIED MILITARY GOVERNMENT

Education Division

APO 394

10 Giugno 1945

OGGETTO: Riassunzione in servizio di Insegnanti Ebrei

AL Commissario Provinciale GENOVA, IMPERIA, LA SPEZIA, SAVONA, APUANIA

(Att: R. Provveditore agli Studi)

1. In armonia con l’abrogazione di tutte le leggi razziali emesse dal Fascismo, tutti gli Insegnanti Ebrei di ruolo, che a causa di tali leggi erano stati dimessi dal loro Ufficio durante il Fascismo, possono essere riammessi in servizio, se nulla osta da altri punti di vista.

2. L’Insegnante Ebreo riammesso in servizio ha il diritto di percepire lo stesso stipendio che gli spetterebbe se il suo licenziamento non avesse avuto luogo.

3. Il tempo dal quale dovrà essere pagato lo stipendio agli Insegnanti Ebrei riammessi in servizio è la data della loro riammissione in servizio e nessuno stipendio sarà pagato sotto il Governo Militare Alleato per il tempo intercorrente fra il licenziamento e la riassunzione.

 

Per ordine del Commissario Regionale

JOHN P. SIMONI

1st Lt. C.M.P.

Regional Education Officer

 

 

L’11 giugno il Governo Militare Alleato per la regione Liguria  trasmette la lettera al Provveditore agli Studi di Genova.

ASGe, Prefettura italiana, versamento 2007, n. 8, fasc. 2

 

HEADQUARTERS LIGURIA REGION

ALLIED MILITARY GOVERNMENT

Education Division

 

11 Giugno 1945

 

OGGETTO: Riammissione in servizio di personale ebreo.

AL R. Provveditore agli Studi.

GENOVA

 

1. L’acclusa lettera Le è spedita per legalizzare la presente situazione.

2. Tutti i decreti di riammissione in servizio di personale di ruolo ebreo emessi dopo l’arrivo delle Truppe Alleate in questa Regione sono considerati validi se emanati secondo le norme in vigore.

 

Per ordine del Commissario Regionale

 

JOHN P. SIMONI

1st Lt. C.M.P.

Regional Education Officer.

 

 

Il 25 agosto il Prefetto di Genova raccomanda a quello di Asti il nominativo del notaio Evaristo De Benedetti, cancellato dall’albo dei notai a seguito delle leggi razziali, per eventuali futuri incarichi.

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 8

 

<25.8.45>

Al Prefetto di Asti

Le segnalo il nominativo del notaio Evaristo De Benedetti, persona conosciuta e degna di particolare considerazione, il quale è stato perseguitato e cancellato dall’albo dei notai per l’appartenenza alla razza ebraica.

Per la sua dirittura morale, la competenza e la conoscenza dell’ambiente potrebbe essere utilizzato proficuamente quale Presidente o membro di Commissioni di Liquidazione.

Le sarò grato di cortese notizia dell’azione che riterrà svolgere in suo favore.

S. il P.

 

Saranno necessari anni per intervenire, spesso senza soluzione, sulle conseguenze della legislazione razziale e delle confische e saccheggi perpetrati ai danni dei beni ebraici. Uno dei casi più frequenti riguarda l’occupazione delle case degli ebrei da parte di estranei dopo la loro requisizione. Nel 1946 uno dei proprietari espropriati, il dott. Mario Colombo, scrive al Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi per avere ragguagli su un provvedimento normativo relativo alla rivendicazione dei beni ebraici.

ASGe, Prefettura di Genova – Gabinetto (RSI), n. 35 fasc. 10

 

Dott. Rag. Mario Colombo

Via Oberto Cancelliere 18 A

Genova, 18 marzo 1946

 

Eccellenza,

il sottoscritto, dott. Rag. Mario Colombo fu Salvatore nato in Genova il 9 maggio 1872, quindi quasi settantaquattrenne è stato libero professionista quale dottore commercialista.

Per la persecuzione religiosa nazi-fascista ha dovuto abbandonare la propria professione fin dal febbraio 1940 pur avendo vinto due pubblici concorsi al Ministero di Grazie e Giustizia, quello di amministratore giudiziario, ottenendo la classifica 26° e quello di revisore ufficiale dei conti (Gazzetta Ufficiale – Supplemento N. 67 del 23/3, 1938 pag. 3).

Per tale persecuzione, in pieno secolo XX, considerata il più grande delitto umano, è stato consigliato di raggiungere la Svizzera, dove rimase in esilio per ben 17 mesi. /

Ritornato trovò estranei nella propria casa e per ciò ha urgente bisogno di conoscere il Decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 febbraio u.s., concernente la rivendicazione dei beni confiscati, sequestrati o comunque tolti a perseguitati per motivi razziali, dovendo reintegrare la propria casa per l’arrivo dei suoi figli dal Sud America.

Confidando nell’alto Suo senso di giustizia spera di avere conoscenza di detto decreto, per uniformarvisi, nel più breve tempo possobile.

Con tutto ossequio.

Devotissimo

 

Colombo

 

A Sua Eccellenza

Il Prof. Alcide De Gasperi

Presidente del Consiglio dei Ministri

Roma

 

Appunto manoscritto a matita:

Il decreto citato non risulta sulle Gazzette Ufficiali depositate agli atti di Archivio a tutto il 3/4/46.

Nulla neppure nell’Amministrativa.

 

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Ultimo aggiornamento: 09/05/2025